lunedì 6 agosto 2012

COLORAZIONE

Mi hanno sempre colpito le parole di Steven Spielberg riguardo l'annullamento del colore nel film "Schindler's list", considerandolo una sorta di siero.
Per certi versi ha ragione, il colore anestetizza la forza espressiva della comunicazione visiva del segno.
Egli definisce l'estrema scelta del bianco e nero, come l'essenza per vedere la "vera forma delle cose".
Nella sua stessa opera, però fa entrare  nel campo dell'inquadratura, di una delle scene e sequenze più drammatiche del film,  una bambina con un cappotto rosso.
La simbologia del colore, millenaria e antica, irrompe in tutta la sua potenza.
E' probabile che nei riguardi delle tavole esposte in questo blog ci possano essere pareri divergenti su come si debbano presentare al pubblico o in una eventuale pubblicazione.
A parer mio un' elaborazione visiva come quella da me proposta, può essere aperta a molteplici chiavi di lettura.
Nel mio modo, totalmente divergente dalla grafica in bianco e nero e molto densa di tratteggiature, il colore è fortemente contrastante, innaturale e poco pittorico.
La scelta adottata almeno per il I Canto non voleva in nessun caso, perdere la districata sottotrama di segni che escono fuori, vorticosamente, quando disegno.
Per la tav. 8 in modo particolare la distesa di diverse tonalità di gialli, presente nel corto di Greenaway e Phillips, TV Dante, imponeva una dichiarata citazione ed un omaggio.
Se il giallo corrisponde espressivamente a sensazioni di disorientamento e fastidio visivo, credo che Dante ne abbia provato abbastanza se dopo poco si è allontanato cambiando la direzione del suo percorso e chiedendo l'aiuto di una guida.





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