Il primo pericoloso ostacolo di Dante verso l' ascesa del Purgatorio è la Lonza.
Simbolo di peccato, lussuria e "incontinenza" quest'animale sinuoso e per certi versi lascivo crea nel poeta il primo di una lunga serie di conflitti interiori e di coscienza per ciò che solo una fugace visione di quest' immagine come di altre, dall'evocativo e affascinante potere simbolico, possono provocare.
Lungo la base del monte saranno tre le fiere che circonderanno Dante e che eviteranno di farlo proseguire verso la via più facile che è quella della salvezza e dell'illuminazione divina.
Di fronte alle fiere, lonza, leone e lupa, l 'oscurità percepita già nella selva oscura sembra ben poca cosa.
Delle tre citate forse la più pericolosa risulta la bestia dal manto maculato, così ammaliante per l'eccessivo abbellimento che la natura è riuscita a procurarle.
Nella stesura del primo bozzetto e dei primi studi si è voluto insistere su certe pose remissive dell'animale che creando con il proprio corpo forme curve e oblunghe non potessero fare a meno di stimolare una sorta di primitiva attrazione in chi le guardasse.
Per meglio identificare la forte aura e l'insormontabile potere che paralizza gli uomini si è pensato di ergere dei muri maculati e trasparenti che seguendo i movimenti a scatti e felini nello stesso tempo creassero dei veri e propri ostacoli non immediatamente percepiti.
Usando perlopiù una sorta di persuasione visiva, esteticamente favorevole agli occhi si rimane prigionieri per sempre di cotanta bellezza.
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