Guardando i “corti”
del maestro inglese Peter Greenaway sull'Inferno di Dante che
all'epoca (fine anni 80-coadiuvato dal connazionale artista Tom
Phillips) e in tutto quello che riguardava gli sterminati archivi di
immagini documentaristiche, della BBC, utilizzate come referenze di base, si è trovato quello stimolo
creativo ed emotivo che è capace di farti imbarcare in imprese
disperate e folli.
Un vero e proprio
metalinguaggio da documentario informativo e da seconda serata che apre
l'opera del maestro fiorentino ad un nuovo medium televisivo che usa
la sperimentazione come nuova rilettura di un classico.
Condividendo questa
visione e con buona pace di chi non sopporta un' immagine colta e per
certi versi ridondante, a tratti nella fase di progettazione delle
tavole da illustrare, con grande naturalezza e cosciente ispirazione
ho pensato a tutte quelle sequenze “pregnanti” e capaci di
rimanere impresse nella memoria (la mia) e pronte ad essere riusate
aggiungendo un'altro piccolo tassello nella rielaborazione
dell'iconografia tradizionale della Lonza e del suo “Habitat”
Straordinari nel I Canto
i frame in cui si sovrappongono diversi livelli di immagini
dell'animale in posizione d'attacco o interi campi occupati solo dal
manto maculato.
A TV Dante di Greenaway e Phillips
Oppure, quando i due autori, sovrappongono alcuni cerchi concentrici che prefigurano i gironi dell'inferno creando movimento fra questi ultimi, attraverso quelle che assomigliano a cellule germinali in eterna fluttuazione. Questa presenza debordante e a tutto campo della naturale decorazione estetica del manto della Lonza poteva funzionare come seduzione per gli occhi.
A TV Dante di Greenaway e Phillips
Part. vignetta 1-Tav. 8- I Canto
Senza nessuna via di fuga, Dante è attratto e nello stesso tempo respinto dall'eccesso di seduzione primitivo e primordiale che la fiera riesce a trasmettere.
In trasparenza e nel suo territorio riposa una Lonza…
Part. Illustrazione " L' Habitat della Lonza"
smalti acrilici e tempere formato cm 50x70
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