Il
resoconto del “Progetto” riprende dopo ben quattro anni in cui si
è continuati ad illustrare verso per verso l'opera del grande
maestro, ma dove arduo e difficile sembrava trovare una dimensione di
consapevole voglia di testimonianza scritta.
Non
che ritenga questa pratica inutile oppure gratuitamente
autoreferenziale. Bè forse un po' si, per quell'assenza di riscontro
immediato che vorrebbe immaginarsi flotte di ammiratori di Dante e in
maniera presuntuosa del mio disegno quotidiano.
E
nemmeno, l'abitudine grafomane di riempire pagine e pagine di note e
considerazioni sull'oggi si è mai fatta disattendere. Le mie agende
di questi ultimi tempi sono stracolme oltre che di schizzi al
margine, di approfondite considerazioni sull' inferno della crisi e
di come si può tirare avanti in un tempo come il nostro.
Da
quel Giugno 2008, un mese esatto dall'ultimo post pubblicato comincia
per me una nuova ed emozionante esperienza. Divento padre.
Da
quando ho visto “nascere” mia figlia, tutto quello che nell'arco
del giorno e della notte mi sembrava un inferno dantesco da quel
momento preciso è come se non mi fosse più appartenuto.
E'
importante tenere conto di questo fattore, perchè indispensabile per
il totale e radicale cambiamento di stile che ho apportato
successivamente anche al mio disegno.
Da
quel mese estivo e in procinto, mese più mese meno, dell'inizio
della grande e deprecabile crisi finanziaria della lehman brothers in
America, in un momento in cui per tutti cominciava il declino e
l'impoverimento del proprio potere d'acquisto e contrattuale in
termini lavorativi, io tenevo fra le braccia una creaturina indifesa
che aveva bisogno del mio aiuto.
Non
potevo operativamente sfruttare queste inquietudini generali per
operose attività intellettuali che appagassero solo il mio ego.
Prima
di tutto dovevo sterzare il mio operare artistico verso qualcosa che
migliorasse la nostra situazione . Per cui accantonando il blog
realizzavo tavole per fini commerciali nelle quali predominavano
ambienti rassicuranti e colori equilibrati che appagassero i desideri
di amici collezionisti sparsi un po' ovunque. Per un po' è andata
abbastanza bene. E il confronto diretto con chi voleva una
“commission” mi è servito per ripulire il mio lavoro da quelle
vecchie scorie di incomunicabilità rapportabili alla pittura di
inizio secolo (XXI).
Parallelamente
Dante e i primi canti dell'Inferno hanno continuato, con estrema
precisione e maggiore volontà naturalistica ad accompagnare questo
tempo incerto che ha visto susseguirsi tante e tali nefandezze
sociali e politiche da non poterle elencare tutte insieme.
Sono
convinto che proseguendo oggi il mio resoconto e con un linguaggio
grafico più chiaro riuscirò a parlarne dettagliatamente e a
trovarne una giusta corrispondenza con l'opera del maestro
fiorentino, approfondendo argomenti quali l'annientamento
dell'istruzione e della formazione pubblica e dei diritti di tutti i
lavoratori in nome di una tutela secolare di un potere nobiliare
(politico) che è sempre stato uguale a se stesso e che nel tempo ha
assunto solo vesti diverse.
A
quattro anni mia figlia è già autonoma in tante cose e ha cominciato da un pezzo ad avere confidenza con la
parola scritta.
Voglio
che le mie considerazioni e la mia rilettura della Divina Commedia
non si perdano nel nulla ma che renda Sofia orgogliosa e fiera di un
padre così folle da proseguire un “viaggio” che sembra senza
meta.
1 commento:
Così come Dante conclude il suo viaggio con l'ammirazione della bellezza assoluta, così mi auguro che anche Sofia sappia apprezzare le meraviglie dell'immenso che si traducono in un tramonto infuocato, nel mare cristallino, in un fiore che sboccia, nei lavori meravigliosi di suo padre e nell'amore dei suoi genitori che non la tradiranno mai!
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