sabato 11 agosto 2007

BOZZETTO TAV. 1-CANTO I-DANTE INFERNO

La prassi è la seguente.
Quando realizzo una tavola parto dallo schiarire e mettere a fuoco un’idea veloce, repentina, che spesso e volentieri mi porta subito altrove, magari a focalizzare immediatamente la seconda versione.
E’ un istante. Non serve molta precisione e sembra superfluo soffermarsi subito nel dettaglio.
L’idea deve essere chiarita al meglio prima di qualsiasi estetismo o ricercatezza di stile.
Ed è per questo che disegno e sceneggiatura, nel bozzetto vanno di pari passo.


All’inizio nel foglio A4 bianco si marca il territorio solo con un’abituale intestazione generica: testo e sceneggiatura, n. della tavola e sottotitolo (argomento e sequenza affrontati nel bozzetto). Per la Divina Commedia e per l’Inferno di Dante nel mio progetto non si può scrivere prima, tutta la sceneggiatura. Penso sempre che per creare un prodotto visuale, ognuno debba procedere secondo percorsi propri e non fossilizzarsi in nessuna regola precostituita da scuole di fumetto di qualsiasi parrocchia.
Il soggetto esiste, eccome! E il progetto non vuole tradire una virgola che sia servita a Dante per comunicare un valore simbolico, metaforico o legato alla sua immaginazione fantastica.
Le regole valgono solo per una facilitazione nell’esecuzione del prodotto e non come una forzatura alla quale bisogna sempre attenersi.
Tutt’altro è l’improvvisazione, ma questa si evince quasi sempre dalla prima linea tracciata nel foglio e per chi è testardo nell’intera tavola.
In Dante ogni verso sembra un veloce miscuglio emozionale, carico di sfumature e congetture legate al suo tempo: fazioni opposte in lotta per poteri materiali o fondamentalismi religiosi espressi sotto forma di quadri figurativi complessi che non possono essere depennati o accantonati per problemi di spazio o di numero di pagine. Per cui il procedimento di stendere il primo abbozzo, segue letteralmente, passo per passo ogni parola del poeta e cerca la sintesi solo lì dove l’emozione del verso non può che essere espressa con quelle parole.
Per le licenze si chiede solo la benevolenza del lettore.




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