La prassi è la seguente.
Quando realizzo una tavola parto dallo schiarire e mettere a fuoco un’idea veloce, repentina, che spesso e volentieri mi porta subito altrove, magari a focalizzare immediatamente la seconda versione.
E’ un istante. Non serve molta precisione e sembra superfluo soffermarsi subito nel dettaglio.
L’idea deve essere chiarita al meglio prima di qualsiasi estetismo o ricercatezza di stile.
Ed è per questo che disegno e sceneggiatura, nel bozzetto vanno di pari passo.
Quando realizzo una tavola parto dallo schiarire e mettere a fuoco un’idea veloce, repentina, che spesso e volentieri mi porta subito altrove, magari a focalizzare immediatamente la seconda versione.
E’ un istante. Non serve molta precisione e sembra superfluo soffermarsi subito nel dettaglio.
L’idea deve essere chiarita al meglio prima di qualsiasi estetismo o ricercatezza di stile.
Ed è per questo che disegno e sceneggiatura, nel bozzetto vanno di pari passo.
All’inizio nel foglio A4 bianco si marca il territorio solo con un’abituale intestazione generica: testo e sceneggiatura, n. della tavola e sottotitolo (argomento e sequenza affrontati nel bozzetto). Per la Divina Commedia e per l’Inferno di Dante nel mio progetto non si può scrivere prima, tutta la sceneggiatura. Penso sempre che per creare un prodotto visuale, ognuno debba procedere secondo percorsi propri e non fossilizzarsi in nessuna regola precostituita da scuole di fumetto di qualsiasi parrocchia.
Il soggetto esiste, eccome! E il progetto non vuole tradire una virgola che sia servita a Dante per comunicare un valore simbolico, metaforico o legato alla sua immaginazione fantastica.
Le regole valgono solo per una facilitazione nell’esecuzione del prodotto e non come una forzatura alla quale bisogna sempre attenersi.
Tutt’altro è l’improvvisazione, ma questa si evince quasi sempre dalla prima linea tracciata nel foglio e per chi è testardo nell’intera tavola.
In Dante ogni verso sembra un veloce miscuglio emozionale, carico di sfumature e congetture legate al suo tempo: fazioni opposte in lotta per poteri materiali o fondamentalismi religiosi espressi sotto forma di quadri figurativi complessi che non possono essere depennati o accantonati per problemi di spazio o di numero di pagine. Per cui il procedimento di stendere il primo abbozzo, segue letteralmente, passo per passo ogni parola del poeta e cerca la sintesi solo lì dove l’emozione del verso non può che essere espressa con quelle parole.
Per le licenze si chiede solo la benevolenza del lettore.
Il soggetto esiste, eccome! E il progetto non vuole tradire una virgola che sia servita a Dante per comunicare un valore simbolico, metaforico o legato alla sua immaginazione fantastica.
Le regole valgono solo per una facilitazione nell’esecuzione del prodotto e non come una forzatura alla quale bisogna sempre attenersi.
Tutt’altro è l’improvvisazione, ma questa si evince quasi sempre dalla prima linea tracciata nel foglio e per chi è testardo nell’intera tavola.
In Dante ogni verso sembra un veloce miscuglio emozionale, carico di sfumature e congetture legate al suo tempo: fazioni opposte in lotta per poteri materiali o fondamentalismi religiosi espressi sotto forma di quadri figurativi complessi che non possono essere depennati o accantonati per problemi di spazio o di numero di pagine. Per cui il procedimento di stendere il primo abbozzo, segue letteralmente, passo per passo ogni parola del poeta e cerca la sintesi solo lì dove l’emozione del verso non può che essere espressa con quelle parole.
Per le licenze si chiede solo la benevolenza del lettore.
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